Archivi del mese: aprile 2012

Salviamo il servizio di trasporto pubblico locale!

Iniziano a circolare notizie terrificanti come questa:

Cstp annuncia: da lunedì non circoleranno più i bus
Non c’è più carburante per i mezzi pubblici a Salerno. Servizi garantiti soltanto fino a domenica 22, da lunedì tutti a piedi. http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/cstp-annuncia:-da-lunedi-non-circoleranno-piu-i-bus/5776965
Ed a Genova non siamo messi molto meglio. anzi ……
Siamo disposti a veder morire da un giorno all’altro il TPL? proviamo per un attimo a pensare a cosa succederebbe senza di esso.  Di colpo migliaia di persone si riverserebbero in strada con auto e moto intasando completamente le strade che non sono in grado di sopportare un evento del genere. Pensiamo ai giorni di pioggia, tutte le macchine e moto possibili in giro, ma questo è niente perchè ne vedremmo anche di più vista l’assenza dei mezzi.
Sarebbe la paralisi, e neppure con tutta la nostra buona volontà di ciclisti urbani potremmo farla franca, visto che tutte le strade sarebbero impraticabili e l’aria irrespirabile, visto che non siamo ancora pronti psicologicamente perchè si possa girare tutti in bicicletta e la benzina è ancora acquistabile anche se a caro prezzo.
Qui ci vuole un segno forte da parte dei candidati Sindaco, in modo che si impegnino fin da subito a varare manovre di “sopravvivenza” dapprima, e di risanamento poi del TPL.
a cosa siamo disposti come cittadini a rinunciare per evitare la paralisi?
dove potremo attingere per evitare il collasso?
In uno scenario apocalittico ci vogliono manovre adulte e responsabili.
Cosa si fa in una famiglia sana quando gli affari vanno male, si inizia a tagliare il superfluo ed a rimodulare gli stili di vita; gli insensati invece continuano a fare finta di nienete e poi o si suicidano o scappano.
La grande famiglia urbana cosa può fare? buttiamo giù alcune idee notturne:
  1. intanto apriamo bene gli occhi e rendiamoci  conto di essere sull’orlo di un baratro per i debiti lasciatici dai nostri predecessori.
  2. continuiamo imperterriti a far finta di essere un paese in via di sviluppo? non possiamo più permettercelo ma salviamo il salvabile prima! women and children first! prima i servizi di pubblica utilità, quelli in grado di intravedere un futuro.
  3. partiamo dal presupposto che la classe politica deve fare subito un bel passo indietro e ridurre drasticamente lo sperpero dei partiti, ridando un pò di respiro ai cittadini
  4. ma guardiamoci in faccia: se fossimo chiamati a compiere ulteriori sacrifici per salvare i servizi minimi (non basta renderli pubblici ma bisogna anche dargli linfa vitale) a quale grossa spesa potremmo rinunciare senza far saltare la famiglia e senza sentire il desiderio di impiccarci? guardiamo quale è la voce di spesa maggiore e maggiormente inutile e facilmente surrogabile: è l’automobile privata!  tra le voci di spesa familiare viene prima degli alimenti!
  5. siamo stati capaci di votare in massa per la salvaguardia di un bene comune come l’acqua pubblica;  saremmo in grado di dare la stessa importanza ad un servizio che è altrettanto basilare per tutti (anche per chi non lo usa per i suoi benefici indotti) come il Trasporto Pubblico Locale? a cosa saremmo disposti a rinunciare?
  6. e se il comune ci favorisse nel processo di disintossicazione dall’automobile? questi potrebbe organizzare una bella vendita in massa di auto presso paesi che abbiano ancora voglia di comprarne, fino a che ci sarà la possibilità di farlo dato che se continua così nessuno minimamente sensato vorrà più sopportare il giogo del costo dell’auto privata (fino a 4000 €all’anno considerando tutte le voci di spesa compreso l’acquisto iniziale).
  7. così facendo ci aiuterebbe nel processo di disintossicazione, ci farebbe restare in tasca dei soldi a fine mese per ogni anno a venire, darebbe un pò di respiro alla città attualmente sovraffollata di auto, consentirebbe di creare nuovi percorsi protetti per i mezzi puliti (bici, monopattini, roller, skate) che ora non si possono neppure pensare a causa della macanza di spazio, recupererebbe ancora dei soldi con i quali potrebbe risanare in parte il debito della società e restituire al cittadino forme di trasporto complementari (carsharing, bikesharing, taxi, riscio’…..).

Nel Fereggiano abbiamo visto centinaia di auto distrutte in nome di un evento meteorologico più o meno preannunciato: ecco che l’auto l’abbiamo persa senza averlo potutto decidere per il bene della collettività e  senza avere avuto nulla in cambio. Qui la situazione è ben diversa: possiamo perderla (o disfarcene è meglio dire) evitando di perdere tutto il suo capitale residuo devolvendolo in parte alla causa del trasporto pubblico e guadagnandoci in salute ed in risparmi futuri ed in benessere per tutta la città.

Prendiamo il toro per le corna prima che ci infilzi lui!

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accesso in aree portuali in bici a Zena?

moltissime persone che usano la bicicletta a Genova chiedono informazioni sull’accessibilità alle aree portuali (non quelle in zona Porto Antico, che sono in area pedonale aperta al pubblico, ma quelle in zona demaniale sotto controllo di Autorità Portuale).

Tali aree (dal varco di via dei Pescatori al varco del mercato del Pesce, dalla Capitaneria al Terminal Traghetti e oltre…….) sono molto appetibili dai ciclisti in quanto sono tra le poche aree pianeggianti presenti a Genova, e presentano la caratteristica di collegare con il minimo percorso zone normalmente impensabili come Corso Italia e il Porto Antico, la zona del WTC con la Darsena senza passare per il trafficatissimo collegamento viario.

Tuttavia il ciclista nella zona delle riparazioni navali, si trova inerme di fronte a scelte di regolamentazione delle aree portuali come questa:

E’ vero che in passato  per le biciclette si chiudeva un occhio, anche perchè erano pochissime e recentemente sono state varate normative internazionali in materia di security, il controllo dell’accesso in porto è diventato importante e sono previste sanzioni non solo per chi entra ma anche per chi fa entrare. Oggi al varco lato Foce è quasi impossibile entrare in quanto la guardia preposta non lascia passare, come del resto prescritto dal regolamento di Autorità Portuale.  E se uno entra perchè la guardia è girata, è passibile di multe anche salate.  Per accedere occorre essere muniti di un pass che viene concesso a chi entra per lavoro o per le società sportive presenti.

Anni fa aveva provato a rendere legittimo tale transito ai ciclisti il comitato Bo.Lan.Ci, boccadasse Lanterna ciclabile, che purtoppo si è arenato a causa delle difficoltà di ottenimento di pareri ed autorizzazioni che hanno di fatto fermato i buoni proposito del comitato.

Il cartello presente al varco di Via dei Pescatori richiama le sanzioni riportate nel Codice della Navigazione secondo le quali:

Articolo 1164 – Inosservanza di norme sui beni pubblici
Chiunque non osserva una disposizione di legge o regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente relativamente all’uso del demanio marittimo o aeronautico, ovvero delle zone portuali della navigazione interna è punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 1.032 ad Euro 3.096.
Salvo che il fatto costituisca reato o violazione della normativa sulle aree marine protette, chi non osserva i divieti fissati con ordinanza dalla pubblica autorità in materia di uso del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative dalle quali esuli lo scopo di lucro, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 100 ad Euro 1000.
Articolo 1174 – Inosservanza di norme di polizia
Chiunque non osserva una disposizione di legge o di regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente in materia di polizia dei porti o degli aerodromi, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi, ovvero con l’ammenda fino a 206 Euro. Se l’inosservanza riguarda un provvedimento dell’autorità in materia di circolazione nell’ambito del demanio marittimo o aeronautico, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 51 ad Euro 309.

Quindi se troviamo chi vuole applicare il codice le sanzioni possono essere anche pesanti.

In porto l’accesso è riservato alle persone autorizzate o a coloro che sono in possesso di un biglietto per l’imbarco ai sensi dell’Ordinanza 108/99.  In teoria anche Ponte dei Mille e il viadotto Imperiale che va a Ponte Andrea Doria non sono aperti al pubblico.

Certo è che queste importantissimi assi viari portuali eviterebbero a chi si deve trasferire da est ad ovest di passare per il centro,  allungando il percorso ed affrontando salite come Via San Lorenzo o Via XX settembre nei due lati. Non parliamo di dislivelli ciclopici ma sono pur sempre un allungamento del percorso ed obbligano al passsaggio nel traffico.

Auspico quindi che nella prossima Amministrazione Comunale questi punti vengano affrontati e risolti estendendo i pass di accesso per esempio ai ciclisti con abbonamento AMT o Carsharing-Bikesharing, magari  usando lo stesso badge dell’abbonamento.

L’accesso dovrebbe essere limitato alla strada di scorrimento senza che sia esteso alle aree portuali vere e proprie, magari facendo scattare le multe solo in caso di presenza al di fuori della strada di collegamento senza pass.  Visti i tempi di percorrenza da un varco ad un altro si potrebbe creare un controllo temporale secondo il quale scatta un controllo se il ciclista non ha timbrato l’uscita entro un certo tempo in modo da evitare intrusioni nelle zone portuali.

Sarebbe anche molto interessante collegare il percorso portuale tra via dei pescatori ed il mercato del pesce con l’asse di Via delle Casacce-Via D’Annunzio, in modo da collegare molto rapidamente in discesa De Ferrari con  il Porto Antico senza necessariamente passare da Via San Lorenzo, zona pedonale molto trafficata, e ad est con la Fiera minimizzando il percorso.  In salita invece si potrebbe realizzare una ascensore (o recuparare quella esistente sul ponte di Carignano) che porti dal varco a fianco dell’ex palazzo dei Pompieri fino sulla Piazza di Carignano, collegando poi velocemente al centro tramite via Corsica e Corso Podestà.

L’accesso alle aree portuali dovrebbe poter essere esteso ai ciclisti oltre le 20 e dal sabato alle 15 al lunedì alle 6.30 dato che in questo periodo non c’è alcun pericolo di incontrare mezzi in quanto le aree sono chiuse, mentre la vigilanza è comunque attiva.

Sul Sito della Autorità Portuale sono descritte le attuali modalità di accesso regolamentato al Porto ed aree di sua competenza.

http://servizi.porto.genova.it/cosa_mi_serve_per/accedere_al_porto.aspx

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i Buoni motivi per l’uso della bici in città

Proviamo a stilare una lista dei benifici che l’uso della bicicletta può dare al suo utilizzatore ed alla collettività nella quale si vive e ci si muove; alcuni vantaggi sono diretti ed immediatamente fruibili per il ciclista, altri sono benefici indotti che possono iniziare a sentirsi sono quando una certa parte della popolazione che si sposta giornalmente in città inizia a farlo costantemente in bicicletta:

BENEFICI DIRETTI

  1. fa percorrere grandi distanze con poco sforzo (consumo a km circa un quarto di un uomo a piedi in piano, un decimo di una moto ed un ventesimo di una automobile di piccola taglia ed un quarantesimo di una auto di taglia media)
  2. tonifica il tuo corpo, scolpendo gambe marmoree!!!! ci permette di tenere il fisico in forma, lubrificando le articolazioni della gamba e mantenendole giovani, tonificando i muscoli, mantenendo attiva la circolazione sanguigna, sviluppando endorfine che ci tengono alto il morale
  3. richiede poco spazio: si possono parcheggiare fino a 18 bici normali e 42 pieghevoli al posto di un’auto
  4. puoi riparartela da solo, è semplice e poi c’è il “ciclo-riparo”
  5. costa veramente poco: i soldi che ci avanzano restano in tasca e non volatilizzati in miliardi di molecole di CO2 e gas mefitici!
  6. si arriva velocemente al lavoro, infatti negli spostamenti intorno ai 5 km la bicicletta è uno dei mezzi più rapidi soprattutto per il fatto che generalmente non si perde tempo per il parcheggio e si parte direttamente da casa.
  7. non sappiamo più cosa sia la pancetta
  8. piace da matti ai nostri bambini: anche gli spostamenti brevi in città con i bambini potrebbero essere effettuati in bici, creando opportune vie protette
  9. ci permette di accorciare i tempi di trasferimento sulle lunghe distanze o su dislivelli sensibili portandola sui mezzi pubblici (treni, ascensori, metropolitane; meglio se con bici pieghevoli)
  10. ci permette di diventare pedoni in un secondo: basta scendere e spingere. anche in salite a forte pendenza possiamo spingerla senza faticare troppo
  11. ci dona  libertà di movimento in centro, anche dove altri mezzi non possono andare (zone pedonali, ZTL, ….)
  12. non ci fa sentire in colpa di sgasare il mondo dove noi stessi viviamo
  13. ci permette di cercare percorsi alternativi al traffico più intenso, in modo da limitare i danni ed anche il solo fastidio da smog e da rumore.
  14. ci permette di muoverci anche nelle zone pedonali delle città, accessibili a bici od a piedi in caso di forte afflusso di pedoni
  15. il tempo che si risparmia rispetto allo stare in coda per ore nella propria auto, lo si può dedicare ad attività vitali e produttive, come l’accudimento della prole, la lettura di un buon libro…… e lascio immaginare altro!

BENEFICI INDOTTI NELLA COLLETTIVITA’

  1. aumenta il benessere mentale e fisico, riducendo quindi la spesa sanitaria pubblica indotta da stress e scarso movimento: qui ci vorrebbe un medico e/o un economista per affrontare il risparmio che potrebbe derivare sulla sanità pubblica
  2. annulla (o riduce in caso di uso combinato dei mezzi pubblici) il consumo di carburante e delle emissioni di gas serra ma anche di composti cancerogeni nell’ambiente in cui viviamo: aumenta la durata delle riserve di petrolio per usi benefici
  3. l’aumento del numero di biciclette si trasforma in: minore traffico, minore velocità e quindi aumento della sicurezza anche per i pedoni e per motociclisti
  4. Aumento della capacità di acquisto delle famiglie (disfandosi dell’auto di proprietà che mediamente costa: 1.675 euro per l’acquisto dell’auto, 3.109 euro di spese annuali per l’utilizzo, fanno 4.783 euro per ogni auto all’anno. Solo che in Italia oggi ci sono tre auto ogni due famiglie, cosicché il costo annuale per famiglia per l’auto va moltiplicato per 1,5, e così sale fino a 7.175 euro1.400€ all’anno) e possibile aumento dell’indotto economico locale e riutilizzo nella manutenzione degli spazi pubblici.  Infatti usando la bicicletta per gli spostamenti quotidiani non serve avere l’auto di proprietà e la si utilizza solo quando veramente serve, ovvero per acquisti massicci, viaggi mediante noleggio o condivisione con amici, vicini….L’auto può essere tranquillamente sostituita da un coacervo di servizi come il trasporto pubblico, il carsharing, carpooling, auto a noleggio, taxi, “auto condominiali” o rionali. Provate a pensare quanti taxi potete prendere con 4.700€.
  5. aumento dell’indotto legato al trasporto pubblico (vedi punto precedente) , rivitalizzazione di AMT sua conseguente rivitalizzazione: incentivazione alle famiglie all’uso dei mezzi con nuovi abbonamenti annuali con sconti per famiglie, taxi collettivi con bici pieghevoli, Carsharing più diffuso e capillare con auto non inquinanti, forme di carsharing locali decentrati: auto condominiali o rionali.
  6. diminuzione delle auto parcheggiate nelle strade, che vengono mediamente utilizzate molto saltuariamente stando lì a rubare spazio ed  a rovinare la visuale: maggior decoro pubblico
  7. aumento del valore di immobili in zone difficilmente raggiungibili o deprezzate dal traffico o dalla difficoltà di parcheggio: tali zone potrebbero essere servite da mezzi AMT più piccoli e frequenti (tipo skibus nelle località sciistiche)
  8. aumento della qualità della vita e della fruibilità delle aree pubbliche: e quindi aumento del turismo attirato dalla vivibilità, diminuzione dell’età media della popolazione per incentivazione famiglie giovani ad abitare in città più vivibili; ricordiamoci che la capienza massima di Genova è stata negli anni ’70 di 820.00 abitanti quindi Genova può ospitare una grande quantità di nuovi abitanti
  9. Aumento del turismo e del suo indotto; per uso di biciclette sia su strada (turismo storico ed artistico) che fuoristrada (turismo da divertimento su MTB)
  10. La diffusione dell’uso massiccio delle biciclette può dare impulso ad una nuovo settore economico (che si può chiamare “verde” a pieno titolo) incentrato sui servizi ad esse legati come: officine, negozi specializzati, cicloposteggi custoditi in corrispondenza di stazioni ferroviarie, metropolitane e punti d’attrazione turistici e/o ospedalieri, culturali, abbigliamento per bicicletta in città, gadgets, servizi di noleggio bici , ecc.
  11. Riduzione della spesa pubblica attualmente incentrata su mezzi pesanti ed ingombranti come le auto che costringono le amministrazioni ad ingenti spese per la manutenzione del manto stradale perennemente rovinato dal costante passaggio dei mezzi e alla realizzazione e manutenzione di aree enormi dedicate al posteggio delle auto, sottraendo prezioso spazio pubblico in una città collinare stretta tra mare e monti (a titolo d’esempio, nell’area di posteggio per un’auto ci possono stare fino a 42 bici pieghevoli).
  12. Recupero di vie e strade attualmente poco frequentate ma che una volta adattate con un’opportuna segnaletica e accorgimenti a poco prezzo all’uso ciclistico urbano possono riqualificare un’area altrimenti inutilizzata, si pensi alle numerose creuze e stradine secondarie di corollario alla viabilità principale (via camilla in albaro, via delle gavette, antica romana di Quarto-Quinto …..vedi percorsi secondari: https://anemmuinbiciazena.wordpress.com/2011/12/06/zena-bikepaths-da-gavette-a-brignole-su-viabilita-  secondaria/        https://anemmuinbiciazena.wordpress.com/2012/01/04/zena-bicipills-da-brignole-a-san-martino-passando-per-il-lido-di-albaro/
  13. La diffusione delle biciclette può portare ad una sinergia con pedoni per un potenziamento ed un miglioramento nel numero e nella qualità dei mezzi di risalita, insieme ad una riorganizzazione delle linee di forza del TPL, basate non più su numerosi ed inquinanti mezzi obsoleti a gasolio ma su linee tranviarie moderne (sul modello vincente delle città francesi) e sull’opportuna estensione della metropolitana.

ora sono un pò stanco di scrivere punti, lascio a voi libertà di fantasia per scovare altri vantaggi insiti nell’uso della bicicletta: sbizzarritevi!!!!

Allego una lista di benefici all’automobilista tratti da un divertente post di Bicisnob

http://bicisnob.wordpress.com/2011/02/05/e-sento-che-per-questo-tu-stai-per-dirmi-grazie/

E sento che per questo tu stai per dirmi grazie

Per strada, in bicicletta, mi basta poco spazio ed evito di aggiungere traffico al tuo traffico, che so che al volante hai sempre tanta fretta e un auto in coda in più fa crescere il tuo strazio. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Davanti scuola filo senza gas di scarico, e non aggiungo smog allo smog del tuo bambino, che so che devi proprio accompagnarlo in auto, 1.600 metri! Mica sei lì vicino. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

A casa della nonna non fermo in doppia fila, che so che hai ragione a dire: è eutanasia! uccidere una vecchia che impiega così tanto a uscire dalla macchina ferma in mezzo alla via. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Al semaforo mi sfiori e io son senza clacson, e sbatto sul selciato ma non emetto suono, che so che è un tormento quella tromba nelle orecchie un urlo assordante che sovrasta il frastuono. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

In ufficio arrivo e non rubo mai il parcheggio, che so quale fatica girare tutt’attorno alla ricerca di un buco che non si trova mai e perdere mezz’ora e qualche volta peggio. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Al sabato passeggio in centro senza fretta, e non allungo oltre la coda verso l’outlet, che solo poche ore di un sabato invernale passeggi pure tu nel centro commerciale. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Sotto casa passo felpato, e quasi non t’accorgi, che so che tu riposi dopo un giorno infernale, tra traffico, lavoro e tanto, troppo rumore un uomo solo in auto, in mezzo ad un ingorgo. E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

All’incrocio, finalmente, lo aspettavamo da un pezzo, mi fai un gesto rapido, mi guardi, io guardo te, abbassi il finestrino e allora lì lo sento, che urli: A ciclista! Ma levate dar cazzo!

Da la repubblica del 2-XII-06

La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare 18 al posto di un’auto.

Ce lo ricorda lvan Illich, un antropologo scomodo, favorevole alla modernità conviviale a basso consumo di energia. Il libro è attuale, si chiama Elogio della bicicletta (con post-prefazione di Franco La Cecla). Sono passati 33 anni e l’automobile è sempre più un ossimoro, impedisce all’individuo di spostarsi.

«Nei paesi dove non esiste un’industria del trasporto, la gente riesce a ottenere lo stesso risultato andando a piedi ovunque voglia, e il traffico assorbe dal tre all’otto per cento del tempo sociale». Gli Usa investono nei veicoli tra il 25 e il 45 per cento di tutta l’energia di cui dispongono e la maggior parte di questa energia serve a spostare persone immobilizzate con delle cinghie. Al solo scopo di trasportare gente, 250 milioni di americani destinano più combustibile di quanti ne impiegano 1,3 miliardi di cinesi e di indiani. E tutto per la voglia di un’accelerazione dissipatrice di tempo.

Illich pedala con una meta: non si può accettare che la geografia del paese venga modellata in funzione dei veicoli e non delle persone. L’americano dedica ogni anno alla propria auto più di 1.600 ore. Per fare circa 12 mila chilometri: appena sette chilometri e mezzo per ogni ora. Il prodotto dell’industria del trasporto è il passeggero abituale che, esasperato dalla penuria di tempo, chiede una dose maggiore di droga: cioè più traffico e mezzi. Aspetta la salvezza da innovazioni tecniche, dimentica che sarà sempre lui a pagare il conto. Drogato, non sa più affrontare da solo le distanze. “Incontrarsi” per lui significa essere collegato dai veicoli. Non vuole essere più libero come cittadino, ma più servito come cliente. Vuole un prodotto migliore, non liberarsi dall’asservimento ai prodotti.

Rinfrescate la testa: pedalate, gente.

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Prime ciclo-riparazioni zeneizi! data storica : 7 aprile 2012

La ciclofficina inizia a prendere corpo! il lavoro inizia a fervere , le mani iniziano a sporcarsi.

C’è un luogo dove finalmente si possono mettere in atto riparazioni fino ad oggi mai tentate, magari solo per la paura di non riuscire a finire il lavoro da soli.   E se hai bisogno di una mano c’è qualcuno più esperto che ti segue o che almeno prova a darti una mano, senza avere la pretesa di risolvere tutti i problemi.

Si scopre che affrontando un lavoro insieme e con fiducia spesso riusciamo a portarlo a termine, anche con un pò di fortuna. E la bicicletta resta l’unico mezzo dove è ancora possibile, quasi per chiunque, mettere le mani avendo speranze di finire un lavoro e risolvere un problema.

Oggi è stato brillantemente risolto da Giacomo e Ivan un problema di messa a punto  di un cambio nuovo che non sembrava compatibile con la bicicletta ospitante, ed hanno rimesso in sesto una ruota anteriore che era stata mal sistemata sulla forcella.  Matteo ha preparato le camere d’aria con toppe varie. Mentre io mi sono dedicato alla sostituzione di un cerchione criccato ed al montaggio di un freno a disco nuovo sul mio vecchio muletto.  Così ho sperimentato lo smontaggio del pacco pignone con l’estrattore e rimontaggio sul nuovo cerchione.

Un pomeriggio assolutamente “operativo”.  Grazie ai Mastri cicloriparatori!

Un nuovo appello: se avete dei pezzi  di ricambio di biciclette, utensili, capacità e voglia di usarli: veniteci a trovare, lavoriamo insieme e lasciamo in ciclofficina del materiale facendo spazio in cantina, e aumentando la possibilità di riparare bici altrui!

Gianluca

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nato ieri il primo cicloriparo zeneize!

Per informazioni o segnalazione di volontariato meccanico cicloriparo@yahoo.it

Che bella serata l’inaugurazione del ciclo-riparo al circolo Belleville! ringrazio tutti i partecipanti che hanno dato un senso a ciò che ci ha ispirato nella genesi e parto di questo evento e di quelli a venire. Parlo qui anche a nome di Sarah, Kirsten, Giacomo, Roberto, Ivan e Matteo che stanno dando corpo con il loro impegno e conoscenza tecnica a questa idea nata alla Fiera di Ottobre al Porto Antico in seguito ad una prima ciclofficina improvvisata per strada e concretizzatasi con la messa a disposizione di questi spazi da parte del circolo Belleville.

Grazie anche a tutti quelli che hanno contribuito donando quache mobile, faretti attrezzatura…. tra cui Cristina  e tutti quelli che sanno fare riparazioni e vorranno dedicare un pò del loro tempo aiutandoci nelle riparazioni ma anche  nel donare parti di ricambio o bici vecchie da cannibalizzare per poter fare riparazioni su bici da sistemare.

Ieri si è respirata una nuova aria di cambiamento, una voglia di nuovo che raramente si è assaporata a Genova nel passato più recente, perchè questa volta è dettata da un principio di riscoperta della sobrietà.  Si inizia a capire che non è sempre necessario tendere alla crescita incondizionata; che non è vero che la crescita dia felicità; che nelle piccole cose a misura di essere umano si nasconde la radice del ben vivere comune.

E quale è il migliore mezzo per incarnare questo principio se non la bicicletta? per il semplice fatto che è il mezzo più vicino alla nostra fisiologia e che trasforma direttamente il nostro pensiero in movimento, lasciandoci tuttavia la possibilità di gustare la presenza degli altri sul nostro cammino come esseri umani e non come usurpatori del nostro spazio di manovra!

E così prende forma la voglia di dedicarsi direttamente alla riparazione della proprio mezzo di trasporto che diventa un rivoluzionario mezzo per cambiare il mondo dal basso ed a costo di fatica e sudore che sono le uniche vere armi capaci di modificare la nostra realtà con l’impegno di ogni giorno.

In bicicletta si riscopre la propria fisicità ed una velocità proporzionata alle proprie capacità e commisurata alla propria  determinazione. Non si demada a nessuno la propria indipendenza restando liberi dal ricatto del petrolio in nome di una paventata e sempre più illusoria facilitazione negli spostamenti quotidiani.

Dopo questo mio sfogo dettato dalla grande felicità di appagamento e condivisione delle proprie aspettative, chiedo venia del mio “ritorno alle origini” con performance canora solista che non vivevo più da circa venticinque anni, periodo in cui iniziavo ad usare la bicicletta in città giornalmente.  Mi avete fatto tornare indietro nel tempo e nelle emozioni, pur sapendo che il tempo inesorabile ci trasforma ma lascia intatti i principi migliori, come la passione per la bicicletta e per la musica!

Ecco il video della intervista del secolo XIX, che si è interessato dell’evento.
videointervista del Secolo XIX

Buone pedalate a tutti!

Gianluca

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