Archivi del giorno: 20 febbraio 2012

la bicicletta come soluzione della congestione urbana: La Bassa Valbisagno, un caso emblematico.

Le vallette del torrente fereggiano e del rio Rovare, sono alcune delle zone genovesi più densamente popolate come possiamo vedere nell’immagine qui riportata (dal PUC appena varato) e probabilmente le più congestionate se rapportate alla acclività del territorio. Si trovano nel Municipio della Bassa Valbisagno e sono state teatro, come ben sappiamo, dei tragici eventi alluvionali di Novembre scorso.

Il boom edilizio che interessò la zona negli anni sessanta portò alla cementificazione del torrente che in vari punti è ora costretto in un letto più stretto di quello naturale. Negli anni ottanta furono realizzate sul torrente tre piastre destinate a parcheggio.

Come tutti abbiamo avuto modo di vedere nelle agghiaccianti immagini dei video di privati cittadini, una delle principali cause di danni subiti da persone e da cose, è stata la presenza di numerose automobili trascinate a valle dalla forza delle acque.  Evidentemente troppe in riferimento alla conformazione dei luoghi.

Un modo per diminuire il numero di auto private presenti nella zona (che in questo caso possono essere vittima o causare danni ingenti, ma che nel migliore dei casi portano l’occupazione del poco suolo disponibile e il degrado ambientale) è realizzare opere che facilitino il cambiamento delle abitudini dei residenti, alleggerendo la pressione sul territorio già ampiamente sfruttato. Queste opere potrebbero essere anche usate per dare una opportunità in più al turista amante delle passeggiate od al pedalatore fuoristrada (come vediamo nell’immagine Heat Map di Strava, la zona è molto utilizzata dai fuoristradisti per la presenza di sentieri interessanti verso forte Richelieu e Forte ratti).

In questo articolo propongo di considerare un impianto speciale di risalita posizionato in una zona non ancora edificata  che parte poco dopo la fine della tombinatura del torrente Fereggiano in via Fereggiano a quota di circa 30 m s.l.m., ed arriva a quota 190 sulla costa di Via Pianderlino, passando per Via del Monte a quota 130 circa.

Un impianto di questo genere potrebbe sgravare fortemente il traffico lungo le strade di fondovalle portando il traffico leggero ciclistico verso la parte alta delle vallate meno trafficate da quello automobilistico. Inoltre potrebbe far diminuire il numero di auto private di proprietà, che potrebbe essere nel tempo invece sostituito da una flotta di carsharing per gli usi durante il fine settimana.

L’impianto è situato tra via Fereggiano ed il crinale di Pianderlino e nasce con l’idea di portare in quota i ciclisti partendo da una quota molto modesta raggiungibile pertanto con estrema facilità e sita in una zona baricentrica della città.

Per permettere di raggiungere facilmente il sito individuato per la partenza, l’ideale sarebbe realizzare un percorso protetto in via Fereggiano fino alla stazione di partenza dell’impianto, per agevolarne l’utilizzo da parte di chi non ha confidenza con il traffico, ma se ne potrebbe anche fare a meno a patto di applicare la moderazione del traffico in un tratto di viabilità di fondovalle.

Un impianto in questa zona potrebbe essere costituito da una cremagliera od una funicolare, con una stazione intermedia, nei pressi della serra di Via del Monte.

L’impianto in questione permetterebbe di servire (combinandolo con l’utilizzo della bicicletta al seguito) un ampio bacino di utenza, che comprende l’alta valle del Fereggiano, del rio Rovare (via Donghi-Berghini) e della zona ai piedi del Santuario del Monte, permettendo di raggiungere le proprie abitazioni con un percorso prevalentemente in discesa.

Indicativamente questo bacino di utenza (consideriamo i residenti in zona al ritorno verso casa) si può stimare intorno ai 18.ooo abitanti di cui circa 10.000 potenziali ciclisti urbani, ovvero circa il 26% del totale dei residenti del Municipio Bassa Valbisagno che si muovono per lavoro o studio tra le 6.30 e le 9 di mattino.

Questo impianto, inoltre,  permetterebbe di raggiungere anche la zona di San Martino (percorso IN ROSSO nella immagine che segue, anch’esso in discesa), aumentando enormemente il numero di possibili fruitori, passando invero da una strada in forte pendenza (salita al forte Santa Tecla). La pendenza si potrebbe diminuire permettendo ai ciclisti di percorrere una parte del percorso interno dell’ospedale di San Martino raggiungibile da via del Manzasco, in cima a Via Donghi, ed attualmente in fase di collegamento con l’interno dell’ospedale. L’ospedale si potrebbe anche dotare di un ingresso separato da via Manzasco per dipendenti e per visitatori che giungano in bicicletta.

pianderlino-san-martino

Si stima che la popolazione residente nelle varie zone servite da questo ipotetico mezzo di risalita sia:

  1. zona alto Fereggiano:                                     2.800 residenti
  2. valletta Rio Rovare:                                         6.200 residenti
  3. area a valle di N. Signora del Monte:         7.000 residenti
  4. zona San Martino                                             2.000 residenti                                                                                                                              —————-

       TOTALE:                                                   18.000 residenti

Realizzando poi ancora un breve tratto di sentiero a mezzacosta dalla zona di Camaldoli alla zona dei campi da tennis dei campi di calcio dei 3 Pini, si potrebbe ancora ulteriormente  raggiungere, con un percorso quasi pianeggiante tra i monti riportato in GIALLO nell’immagine seguente, la zona di Borgoratti alta andando ad aggiungere aree molto vaste se si considera poi la possibilità di raggiungere ulteriormente in discesa altrettante zone poste in zone ribassate della città dopo un piacevolissimo percorso al di fuori dello smog e dello stress cittadino (tramite San Martino la collina di Albaro, e tramite Borgoratti la zona di Via Isonzo, Sturla alta, Corso Europa…).

pianderlino-borgoratti

Alcune strade di collegamento dovrebbero essere potenziate o manutenzionate, in quanto attualmente non utilizzate (sentiero di Costa Bruciata), oppure si dovrebbe realizzare qualche collegamento non esistente (per esempio per evitare di dover salire un tratto di via berghini per immettersi in via Brusato a Quezzi Alta tramite il sentiero di Costa Bruciata).

Valutazione degli spostamenti urbani nelle aree interessate dall’ipotetico impianto.

Per avere un’idea del dato sul numero degli spostamenti si vedano i dati presenti sul progetto preliminare del PUC:

http://puc.comune.genova.it/PUC/01_Volumi/01_Descrizione%20Fondativa/5_Aspetti%20demografici.pdf

e qui sotto riassunto per questo Municipio. (riporta il dato delle persone che si spostano dal Municipio verso gli altri e verso zone limitrofe al Comune di Genova).

Ovviamente l’impianto, oltre dai residenti, sarebbe utilizzatissimo anche dai ciclisti MTB che potrebbero raggiungere velocemente le zone alte dove si dipartono numerosi sentieri fuoristrada (come si vede nella immagine seguente, dove sono riportati gli itinerari più battuti dai ciclisti fuoristrada, in giallo il sito dell’ipotetico impianto).

strava pianderlino

 

MUNICIPIO BASSA VALBISAGNO:

UN CASO EMBLEMATICO DI POSSIBILE UTILIZZO ESTENSIVO DELLA BICICLETTA COME MEZZO DI TRASPORTO CASA-LAVORO O CASA-SCUOLA.

Il Municipio della Bassa Valbisagno è un caso emblematico di zona che potrebbe giovare particolarmente dell’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti casa-lavoro.

Infatti  dai dati sugli spostamenti dei residenti nella fascia oraria dalle 6.30 alle 9, esposti sul PUC di recente pubblicazione, si rileva che il maggior numero di spostamenti dal Municipio agli altri, avviene verso il Municipio Centro Est (9.500) e Medio Levante (8.700) , che sono immediatamente contigui, e che potrebbero quindi essere raggiunti agevolmente in bicicletta in quanto i percorsi sono ridotti a qualche kilometro. Moltissimi spostamenti, poi , avvengono all’interno dello stesso municipio (circa 11.000).

pianderlino-municipi-contigui

Confini dei Municipi per gentile concessione di Stefano Sabatini (Open Street Maps).

In particolare, per raggiungere il Municipio Centro est un abitante della Bassa Valbisagno si potrebbe avvalere dell’ascensore di Via Ponterotto – Manin, mentre per raggiungere la parte alta del Municipio Medio Levante, ovvero San Martino, si potrebbe avvalere di questo impianto sopra proposto, e utilizzare la quota residua (80 metri) per raggiungere gran parte della zona di Albaro – San Martino – Sturla.

Il rientro potrebbe poi avvenire lungo la direttrice Corso Europa – Corso Italia – Corso Torino – Corso Sardegna, che dovrebbero essere adattate alla bicicletta. Una aternativa a Corso Sardegna può essere il lungoBisagno in sponda sinistra, dedicando il marciapiede al transito delle biciclette, mentre l’altro marciapiede opposto alla strada sarebbe dedicato ai pedoni.

Alcuni altri buoni motivi per cui vorrei un impianto del genere in quanto genovese.

Provando a pensare alla fruizione di questo impianto, se io abitassi in via Daneo, ed ammesso che esistesse un percorso più fattibile di adesso allargando quello esistente nel bosco (peraltro solo 500 metri che potresti usare poi anche per delle sane passeggiate nel bosco), userei il mezzo in questione anche a costo di allungare un poco la durata del tragitto, per diversi motivi:

  1. primo perché per anni da quando ho iniziato ad usare la bici in città sono andato nel traffico noncurante dello smog, poi mi sono stufato e preferisco sempre percorsi con aria pulita;
  2. secondo perché preferisco anche l’assenza di traffico laddove possibile;
  3. terzo perché preferisco un percorso dove vi sia del verde in modo da rendere più piacevole lo spostamento casa-lavoro e fare del moto in condizioni ambientali sane;
  4. quarto perché avendo fatto un abbonamento annuale all’AMT ha senso usare i mezzi a disposizione, e più sono meglio è, treno compreso;
  5. quinto perché è molto più divertente salire su un mezzo panoramico piuttosto che stare incastrato in un bus maleodorante;
  6. sesto perché la bicicletta è utilizzabile a tutte le età a partire dai 10 anni fino ad arrivare ai 100 (tramite motore elettrico) e fin che avrò forza in corpo la userò per mantenere attive le mie articolazioni, i miei muscoli, il mio sangue, e mi piacerebbe che tante persone che magari non sanno neanchè più di poter fare uno del proprio corpo prendessero coscienza delle proprie potenzialità fino ad età da destinarsi;
  7. settimo perché magari lavorando nel municipio medio levante, o nel levante potrei facilmente recarmi a lavoro senza dover sorpassare il dislivello di san martino che non è proprio uno scherzo (80 metri s.l.m.), e potrei sfruttare la quota di San Martino per arrivare in tutta albaro e più in là fino a nervi senza dover salire di quota (e come hai visto nell’articolo ci sono almeno 10.000 persone in età lavorativa o scolare, non anziani perchè si tratta già solo del 48% di tutti i residenti ovvero quelli piu attivi, che si recano giornalmente dal municipio bassa valbisagno verso gli altri due municipi ad est quindi parliamo già di un numero considerevole di persone;
  8. ma poi consideriamo che questo mezzo potrebbe essere usato anche da residenti di altri municipi per tornare a casa dopo essere stati in valbisagno od in centro, quindi tutti quelli che avrebbero bisogno di sorpassare il dislivello di san martino verso est;
  9. se invece lavoro in centro ovviamente potrebbe non servirmi a meno che non voglia prendermi una boccata d’aria ed, allungando poi di poco vista la velocità del ciclista in discesa, mi farei un rigenerante giretto mattutino fuori dalla pazzia del traffico;
  10. poi perché potrei velocissimamente salire in quota per partire verso percorsi MTB più interessanti (risparmiando 160 metri di dislivello) agevolando l’uso quotidiano della bici per sport anziché andare a marcire in una palestra.


Insomma, se abitassi in zona vorrei questo impianto da domattina, e mi arrabbierei parecchio se costruissero altri impianti che servono solo qualche centinaio di persone, costano un sacco di denari pubblici, e non sono potenzialmente in grado di cambiare le abitudini di un intero quartiere e parte della città.

Non dimentichiamo poi il turismo potenziale, che predilige zone panoramiche e questa lo è davvero, e di pregio previo risanamento ed abbellimento del crinale che ora versa in stato di forte degrado.

L’impianto qui proposto andrebbe ad essere una valida integrazione di quello proposto nel PUC da Corso Sardegna a Via Amarena, e di quello di Via Pinetti – via Fontanarossa, che potranno essere di ausilio a quello esitente per migliorarne la raggiungibilità e la fruizione del territorio del Municipio.

Licenza Creative Commons
studio di ubicazione di un impianto di risalita per la diffusione della bicicletta nel municipio della Bassa Valbisagno e nel quartiere di San Martino e Borgoratti a Genova by Gianluca Fontana is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia License.

 

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