L’alluvione e la pillola di MATRIX

Di nuovo, oggi dopo tre anni, si ripete una dinamica simile di eventi meteorologici, e si presenta NEO a riproporci la pillola ROSSA per  vedere la verità di MATRIX, o quella BLU per tornare all’oblio della mediocrità, dell’illusione e del mugugno libero. Tocca a noi scegliere.

Questa non è una semplice scena di un film, e nemmeno un banale dialogo tra due attori. Questa è Arte, l’arte di trasmettere consapevolezza e di risvegliare le coscienze. Il Risveglio, inteso da un punto di vista spirituale, è  il termine adatto per descrivere la trasmutazione della coscienza, l’atto principale di un’elevazione animica. Non a caso sempre nel film Matrix, Morpheus si rivolge a Neo dicendogli: “Hai mai fatto un sogno così reale da sembrarti vero? E se da quel sogno non dovessi mai più risvegliarti, come distingueresti il mondo dei sogni da quello della realtà?”. tratto dal Blog http://www.tragicomico.it/film-matrix-scena-pillola-rossa-o-blu-verita-o-illusione/

matrix-frasi-pillola-verita

Volete voi la pillola BLU? ecco che domani potrete prendervela con il Sindaco di turno, con l’Arpal, con il politico X o Y e vi sentirete più sicuri ed appagati.

Volete voi la pillola ROSSA? Ma fate attenzione perchè  vi accorgerete che………………… SIAMO NOI I RESPONSABILI DI QUESTO SCEMPIO.  L’ALLUVIONE NON E’ ALTRO CHE UNA CONSEGUENZA IMMEDIATA. Ma ci sono conseguenze a lungo termine che si chiamano….. danni, malattie, morte, insicurezza, grigiore, tristezza, odio.

matrix-pillole

Siamo noi cittadini di questa città che abbiamo lasciato che la città, nei decenni, si trasformasse completamente perdendo gran parte di quella bellezza che la contraddistingueva non opponendoci mai alle scelte spesso scellerate dei suoi amministratori ed, anzi, spesso avallandole in nome del DIO motore a scoppio, che ormai consideriamo un bene quasi imprescindibile.

Abbiamo lasciato che:

  1. si costruissero NUOVE STRADE per poter circolare ovunque liberamente con i mezzi a motore, sacrificando il trasporto pubblico un tempo fiorente (rete tramviaria estesissima, funzionale, non inquinante)
  2. si STRINGESSERO GLI ALVEI DEI TORRENTI per permettere alle nuove strade di portare sempre più mezzi
  3. si costruissero NUOVI GRANDI MAGAZZINI in modo da poterci rendere apparentemente più semplice approvvigionarci di tutti i generi di consumo che riteniamo così indispensabili UTILIZZANDO LE NOSTRE AUTOMOBILI
  4. si realizzassero NUOVE SUPERFICI togliendole ai torrenti per PARCHEGGIARE tutte le nostre automobili, o se ne DEDICASSERO DI QUELLE GIA’ ESISTENTI sacrificando orti,  prati, piazze, luoghi di socializzazione
  5. ci CONVINCESSERO che tutte queste cose sono NECESSARIE e imprescindibili

 

Sarebbe l’ora che iniziassimo a renderci conto che il modello di città basato sull’automobile privata è ormai obsoleto E, PEGGIO, INSOSTENIBILE;  prima cambieremo strada , prima riavremo una città simile ai fasti dell’inizio del secolo scorso che tanto apprezziamo nelle cartoline d’epoca, ma che ci siamo forse rassegnati a non poter avere mai più.

in bici a teatro (800x510)

E’ necessaria una inversione della tendenza alla crescita del numero delle auto in città, per diversi motivi:

  1. perchè non possiamo più permettercela, è una tassa “occulta”  per le famiglie, pur restando ferma per strada
  2. perchè tutto quello che spendiamo per essa è linfa vitale sottratta al bene comune ed al budget familiare
  3. perchè anche le auto ferme sono un danno per la città, rubano spazio e devastano l’estetica
  4. perchè non c’è abbastanza spazio per garantire a tutti di usare l’auto essendo certi di arrivare a destinazione in tempi umani
  5. perchè anche se ogni tanto la uso posso sempre noleggiarla se proprio serve
  6. perchè sembra facilitare ma complica la dimensione del vissuto quotidiano (parcheggio, manutenzione….)
  7. perchè consuma di più rispetto ad una moto, molto di più rispetto ad una bicicletta elettrica
  8. perchè ci vuole molta materia prima per costruirla, molta energia per disruggerla 
  9. perchè possiamo condividerla con altre persone, parenti, amici, conoscenti, senza doverne averne per forza una

Sembra ieri ma sono già passati tre anni, da quando avevo scritto questo post  sulla necessità di cambiare rotta in città, ripensando ai danni dell’alluvione del 2011, ma purtroppo nel frattempo constato che poco è cambiato da parte della sua amministrazione, anche se in molti nel frattempo hanno imbracciato una bicicletta ed iniziato a cambiare il loro modo di spostarsi in città, iniziando di fatto ad innescare un meccanismo virtuoso che poco ha a che fare con il semplice modo si postarsi ma tanto ha a che fare col rinnovamento della sicurezza e della vivibilità della città e del modo stesso di incarnare il ruolo di cittadino.

Ecco, oggi più che mai servono persone capaci di vedere fuori della cella di MATRIX, di staccarsi i cavi dalla nuca e guardare la realtà con nuovi occhi. Allora ci accorgeremo che la cosiddetta modernità ci ha rubato anche la capacità di prendere decisioni impopolari, di andare controcorrente.

Ci siamo abituati a cose disumane, che teniamo in città come quelle cianfrusaglie che accumuliamo in casa e che finiamo per considerare parte dell’appartamento:

  1. a stare in coda per ore in auto pensando che non c’è altra soluzione
  2. a respirare lo smog e ci è iniziato pure a piacere il suo odore
  3. a spendere un quarto del nostro stipendio per poterci muovere (forse, non sempre) con la nostra macchinetta
  4. ad essere costretti ad usarla anche solo per fare la spesa perchè non ci sono più i piccoli negozi
  5. ad aver rinunciato ad avere una delle città più belle del mondo perchè la abbiamo invasa completamente di scatolette metalliche e di motori impazziti,
  6. ad avere la città con la maggior incidenza di pedoni incidentati, che siano bambini o meno, perchè è giusto potersi muovere velocemente,
  7. ad aver paura a lasciare circolare i nostri figli da soli perchè non ci fidiamo più ed abbiamo paura degli incidenti
  8. ad aver smantellato la rete tramviaria più estesa e performante d’europa in nome della motorizzazione di massa
  9. a restare nel circolo vizioso del dilemma tra mezzo privato e mezzi pubblici, perchè…… “finchè non funzioneranno”

Permettetemi un ultima richiesta che faccio direttamente al Sindaco Doria (se avrà mai la bontà di leggermi) :

rifacendomi all’ultima idea di Renzo Piano per la Città di Genova, QUELLA DELLA FIERA ISOLA, SE FOSSI IL SINDACO ORA FAREI LAVORARE (GRATIS) RENZO PIANO PER AFFRESCARE LA NUOVA MESSA IN SICUREZZA DELLA CITTA‘,  senza stratagemmi idraulici, ma riallargando il greto dei torrenti, demolendo le costruzioni fatte troppo vicino ai torrenti, cancellando interi progetti inutili e dannosi come la ennesima COOP DELLA VALBISAGNO, riconvertendo la mobilità urbana ELIMINANDO LE AUTOMOBILI CAUSA PRIMA DELLO SCEMPIO CHE VEDIAMO OGGI, ma dando ai cittadini la possibilità di muoversi in base al bisogno del momento con il mezzo più idoneo (a piedi o in bicicletta o roller in sinergia con i mezzi pubblici, in moto od auto noleggiabile, in taxi accessibile).

 

 

 

Ecco un breve escursus di cosa siamo stati capaci di creare da un secolo ai giorni nostri:

 bisagno come era bisagno drante copertura copertura bisagno copertura rivi

Gianluca Fontana, 10 ottobre 2014

13 commenti

di | 11 ottobre 2014 · 00:05

13 risposte a “L’alluvione e la pillola di MATRIX

  1. Concordo pienamente con la sua analisi, è dovere di ogni cittadino FARE POLITICA, e non delegare questo compito solo a chi lo fa di mestiere (sempre se lo fa!). Bisogna saper osservare il mondo in cui viviamo da una prospettiva nuova, visionaria, che ci permetta di vedere non solo com’è l’oggi, ma anche come sarà il domani.

  2. roberta trucco

    interessante lettura speriamo giri perché oggi la gente se la prende non con se stessa ma con gli amministratori o quelli che prevedono il tempo

  3. Laura

    Certamente lo scritto è condivisibile, immagino da tutti. Temo però che, passata la tragedia tutto torni esattamente come prima. Non credo che mai butterranno giù i palazzi troppo vicini agli argini dei fiumi, ne tantomeno che allarghino i letti dei fiumi. Forse, a questo punto disastrato, ogni fine estate basterebbe un’ accurata pulizia là dove l’acqua transita, anche in ruscelletti tipo il famoso Ferregiano, e di tutti i tombini, forse! Lo hanno mai fatto? Non mi risulta, La nostra nostra città è sporca, in tutti i sensi, l’incuria civile è ai massimi livelli. Io abito a Bolzaneto, ci sono in giro per il Quartiere cestelli di raccolta, passano regoilarmente a pulire le strade con le macchine aspiranti, eppure le strade fanno schifo perchè la gente butta tutto per terra. Le aiuole sono diventate grossi contenitori di rumenta. E’ una vergogna! La colpa è anche del cittadino, anche, soprattutto è di ci governa che dovrebbe salvaguardare il territorio, anche con multe salate a chi lorda. E poi, sì, sarebbe bello che andassimo tutti in bicicletta, ne guadagneremmo tutti e sotto tutti gli aspetti…

    • Hai ragione Laura, la responsabilità della collettività riguarda ormai tanti aspetti compreso il getto dell’immondizia che poi assomiglia molto alla produzione di smog. Quanto alla bicicletta, visto il nome del blog, non posso fare altro che propugnarla a spada tratta anche se non credo sia proponibile proprio a tutti, ma a tanti si.

      • Laura

        Certo, fai bene a promuovere la bicicletta. Anche se credo sia un po’ un sogno, un’utopia ma, non bisogna mai smettere di credere in ciò che ci piace e che sarebbe utile. Bisognerebbe buttare, rottamare, certi politici invece
        Circola stamattina su FB, un post con foto, nomi e cognomi di molti politici che compongono la giunta regionale ligure: Tutti indagati!
        Pensi si sbattano per creare una città a prova bicicletta? Oppure a far pulire i tombini? Hanno altro a cui pensare, come dimostra il post in circolazione su Fb…

  4. giovanni crespi

    Bene Gianluca, hai detto tutto, non c’e’ nulla da aggiungere!
    Ricorderei solo che fino alla fine dell’8oo attorno al Bisagno c’erano orti, frutteti( da cui il nome di besagnini), non c’erano i pallazzoni che adesso vediamo, peraltro orribili lungo il torrente, e la foce non era coperta .
    Tra le grosse colpe del dopoguerra la pazzesca urbanizzazione e le groviere che sono state costrutite tra strade e sotterranei.
    Meditate politici, meditate!.

  5. Domenico

    Io vado in bici regolarmente al lavoro ormai da quattro anni ma continuo ad esser visto come un eccentrico. Qualcuno in più in sella rispetto al 2010 però lo vedo, in giro per le strade.
    Che i nostri fantastici politici tutti (ma proprio tutti) propugnino davvero la scelta ciclabile su larga scala, però, la vedo dura.
    Punto 1: dovrebbero esserne davvero convinti (e qui già non ci siamo).
    Punto 2) dovrebbero avere anche il coraggio di sfidare il “buon senso” comune dei genovesi, a forte rischio quindi di non essere rieletti.
    Mmm quanti ne vedete in giro così? Sigh!

  6. rita

    avete proprio ragione ma bisogna fare di più per tutelare i cittadini e non esporli ad una morte cosi terribile come è successo tre anni fa e adesso

  7. Ciao Gianluca, ottimo articolo. Condivido in tutto e per tutto, ma in particolare mi sento vicino al tuo modo di vedere la faccenda quando dici che è ora di finirla di dare la colpa agli altri.
    Al telegiornale in questi giorni troppe volte ho sentito il solito ‘mugugno’ genovese che non porta da nessuna parte.
    E poi sul risveglio: è vero, viviamo addormentati, dobbiamo cercare di svegliarci, spesso da soli non ne abbiamo la forza e allora la vita ci dà una bella batosta, opportunità che però non cogliamo inquadrandola nella giusta prospettiva, limitandoci invece a viverla come ‘disgrazia’ (lamentandoci sperando che arrivi la consolazione di mamma).
    “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva il buon Gandhi.

  8. L’ha ribloggato su Fuori dal solcoe ha commentato:
    Siccome in questi giorni ho perso le parole, le prenderei a prestito da un’amico, che non avrebbe potuto esprimere meglio il mio pensiero. Grazie Gianluca.

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