Smart mobility in Genoa. Idee in libertà

Ecco un link che mi ha dato l’ispirazione per sguinzagliare la fantasia e considerare le infrastrutture che potrebbero essere realizzate a Genova per incentivare l’uso della bicicletta su tutto il territorio urbanizzato della città : “Tavola del PUC sulla mobilità urbana genovese”: infatti, dal momento che è stato fatto uno sforzo di fantasia per inserire un gran numero di impianti speciali di risalita per i pedoni, ho provato ad immaginare quali zone di Genova potrebbero essere servite da impianti speciali in modo da consentire una copertura più ampia possibile del territorio urbanizzato con la bicicletta al seguito  in base alla orografia del territorio, del tutto particolare in una città come questa.

dal documento del PUC:

Lasciamo stare la macroscopica svista sulla legenda delle piste ciclabili “esistenti” per le quali lasciamo calare un pietoso silenzio; per quelle in previsione sorvoliamo per ora dicendo già da subito che chiunque abbia voglia di esprimere dei commenti o suggerimenti di cambiamento lo può e lo deve già iniziare a fare perchè questo non deve essere un documento scritto sulle “tavole di pietra” ma sarebbe importante incanalare tutte le critiche costruttive e consegnarle al Comune, dal momento che poi un documento del genere resta in carica per diversi anni e pone le basi per future realizzazioni.

Gli impianti esistenti sono poco conosciuti e sottoutilizzati con la bicicletta normale o pieghevole che sia (meglio questa in spazi piccoli), e l’area che può essere servita con essi usando la bici al seguito è certamente molto maggiore di quella usufruibile da pedoni: ecco la mappa degli impianti esistenti:

Ma vogliamo invece prendere spunto dal tema degli impianti di risalita esistenti e di quelli in progetto per “rispolverare” le nostre conoscenze in tema di “impianti speciali” genovesi e per fantasticare sui possibili sviluppi futuri considerando ovviamente il tema della ciclabilità come prioritario, se vogliamo diventare una città SMART al pari con lo standard di sostenibilità che si sta diffondendo nel resto del mondo conosciuto.

Questo sviluppo garantirebbe  ANCHE IN TEMPO DI CRISI a tutti i cittadini di poter raggiungere le proprie case senza doverlo fare obbligatoriamente a piedi come sccedeva cento anni fa, e quindi in tempi paragonabili a quelli attuali, anche se non abitano vicino al centro. Non sappiamo infatti se ci sarà dato per sempre di usufruire del petrolio e soprattutto se potremo sempre permettercelo!

Inoltre una configurazione di questo genere potrebbe dare un impulso importante al turismo essendo Genova una città con enormi potenziali per gli amanti delle visuali panoramiche su contesti pregiati e delle passeggiate in bicicletta sulle alture, fornendo scorci ineguagliabili. Città come Napoli sono dotate di innumerevoli impianti di risalita e funicolari che forniscono panorami indimenticabili. A Genova non abbiamo vulcani ma panorami ugualmente spettacolari da fornire ai nostri turisti, che tuttavia teniamo gelosamente nascosti.

Soffermiamoci un attimo sulle immagini seguenti:

Vediamo che le zone in giallo sono quelle che  facilmente possono essere raggiunte anche da chiunque abbia un minimo di allenamento. Corrispondono alle zone poste al di sotto della quota di 30 metri sul livello del mare. In questa fascia sono poste anche la maggior parte delle stazioni ferroviarie della rete di Trenitalia, a parte le stazioni urbane di Costa di Sestri, Borzoli, Bolzaneto, Pontedecimo e quelle del trenino di Casella che si trovano tutte a quota superiore ai 30 metri e che , pertanto, ho inserito nell’immagine seguente, in quanto ci possono aiutare a superare un buon dislivello.

Nella immagine precedente quindi, oltre alle stazioni sopra dette ho inserito tutte le zone che possono essere servite dagli impianti “speciali” di AMT e che sono posti nella zona centrale della città, che è poi quella con il maggior numero di abitanti a quote superiori ai 100 metri.

Ho delimitato quelle zone che possono essere raggiunte abbastanza agevolemente essendo poste al di sopra della quota di arrivo dell'”impianto speciale” per circa altri 20-30 metri e zone anche discretamente distanti dal punto di arrivo del mezzo AMT sfruttando soprattutto le discese esistenti.

Come si può vedere quasi tutto il territorio del centro di genova e delle sue alture è servito dai mezzi esistenti rendendo meno interessanti ai fini della bicicletta i nuovi impianti ipotizzati nel PUC, che restano ovviamente ben accetti per la mobilità pedonale.

Purtroppo, però, occorre fare i conti con la realtà: gli impianti esistenti sono stati già revisionati o sono in corso di revisione e non è stato considerato nulla ai fini del trasporto di biciclette su di essi, per cui ben vengano nuovi impianti e/o l’adeguamento di quelli esitenti. Si nota come molte zone del genovese poste a quota superiore ai 30 metri  non siano per nulla servite. La più estesa di esse pare essere la zona di Albaro San Martino ma probabilmente quelle più popolose sono quelle della Valbisagno e Begato.

Nell’immagine precedente ho inserito alcuni degli impianti previsti dal PUC (nelle zone che non sono già servite da impianti esistenti tra cui: zona Biscione, rotonda di Carignano, salita millelire sul Belvedere di Sampierdarena, Coronata, Erzelli, Celesia, Via Mansueto, Apparizione) ed altri da me ipotizzati, con la filosofia di base per cui abbinando la bicicletta agli impianti di risalita è meglio privilegiare punti di arrivo dell’impianto che permettano di sfruttare una maggiore estensione della zona servita da chi si reca con la sua bicicletta appresso verso le zone abitate poste a quota vicina od inferiore a quella di arrivo.

Un caso emblematico è quello della collina di San Martino e di Albaro dove sarebbe sufficiente realizzare una ascensore da una stazione sotterranea di un ipotetico ramo di altrettanto ipotetica metropolitana da Brignole a Sturla (non considerata nel PUC ma abbastanza agevolmente realizzabile sfruttando un ramo morto della antica ferrovia di Brignole-Sturla. Un’ascensore che sbucasse nel parco di Villa Gambaro permetterebbe di raggiungere attraverso via Puggia, San Martino in brevissimo tempo ed in discesa una vastissima area che ho colorato in blu. Un altro impianto in zona chiesa di San Pietro sopra Punta Vagno permetterebbe invece di raggiungere la zona a mare della collina di Albaro. Una alternativa potrebbe invece essere quella di realizzare un impianto sulla scalinata che da Piazza Tommaseo sale alla collina di Albaro, che avrebbe tra l’altro una continuità forte con l’asse via XX- Buenos Aires.

Un altro caso emblematico è quello della collina di Pianderlino, dove con un impianto dedicato diverso da quello ipotizzato nel PUC, si raggiungerebbe in discesa una area molto vasta (in verdino) della valle di Via Donghi-Berghini e della valle del Fereggiano.

Dal momento che pensare costa solo un pò di tempo libero e qualche zolletta di zuccheri, ho ipotizzato un impianto di risalita nella zona di Staglieno, ed una ristrutturazione dell’acquedotto storico, in modo da realizzare una fantastica via alternativa alla stada di fondovalle per raggiugnere la media Val Bisagno ed oltre, in base alla entità della ristrutturazione dell’acquedotto.

Un’altra ipotesi, è quella di realizzare l’anello mancante tra l’arrivo della funicolare Zecca-Righi e l’attacco della strada dell’acquedotto nuovo, che arriva fino a Trensasco ed oltre verso i piani di Creto: un impianto che da Righi porti subito sotto al forte Sperone in modo da poter usare la strada quasi pianeggiante dell’acquedotto nuovo.

Ristrutturando tale percorso in modo da renderlo più facilmente percorribile e trasformandolo in una pista ciclabile, si potrebbe portare parte del traffico che da Genova si trasferisce verso la zona di Struppa nella alta Valbisagno, di Sant’Olcese, di Manesseno e di via Sardorella e Lungotorrente Secca.  Il trasferimento verso il centro avverrebbe in Valpolcevera in vece tramite la “nuova” pista ciclabile di fondovalle mentre in valbisagno sull’acquedotto storico e sul vecchio percorso di cui ho già parlato in altro post (Gavette-Brignole).

Questi ultimi due percorsi (compreso acquedotto storico) potrebbero essere usati dai lavoratori genovesi durante la settimana e da turisti e famiglie durante il week-end.

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“Analisi di ubicazione di impianti speciali di elevazione per la diffusione della ciclabilità urbana in Genova” by Gianluca Fontana is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia License.

34 commenti

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34 risposte a “Smart mobility in Genoa. Idee in libertà

  1. Lavoro notevole, merita sicuramente inoltrarlo a chi di dovere.

  2. giarevel

    Complimenti per questi post, molto interessanti precisi, servono a far capire anche agli amministratori che il discorso Smart mobility a Genova è meno complicato di quello che sembra.

  3. Grazie a tutti per i commenti accorati, ma purtroppo stiamo discutendo di nuovo di noi stessi e non di cosa potremmo fare tutti insieme per non perdere il treno con quanto sta capitando in Italia. e poi tutti gli altri che hanno letto il post? perchè non dicono cosa ne pensano? parlano gli AdB perchè sono stati stuzzicati da Roberto il cui merito è questo, nonostante il tono aspro che lo contraddistingue. Ma vorrei sentire l’opinione del resto del mondo! QUESTA E’ SOLO LA FARNETICAZIONE DI UN SOGNATORE OPPURE GENOVA COSI’ VI PIACEREBBE? VARREBBE LA PENA BATTERSI PER UN RISULTATO DI QUESTO GENERE? VI UNIRESTE? ribadisco che la pianificazione territoriale deve fare i conti con il periodi di crisi o con una possibile crisi futura, non voglio essere l’uccello del malaugurio ma neppure lo struzzo con la testa interrata!

  4. Bene, vi siete sfogati?
    Ora però con cortesia e tranquillità rileggetevi con calma quanto c’è scritto sopra e decidetevi se volete collaborare con altri volontari come chi tiene questo blog (che non finirò mai di ringraziare per l’ospitalità che ci offre e per la passione che ci mette), per una causa comune, i litigi e le accuse reciproche servono solo a dividere e a lasciare le cose come stanno.

    Un’ultima cosa, siamo (ancora) in democrazia e finchè ci sarà libertà di espressione dirò sempre quello che penso, preferisco apparire antipatico piuttosto che ipocrita.
    Grazie

  5. cristina castellari

    Caro Roberto Camera,
    mi piacerebbe tanto parlarti personalmente di tutto quello che faccio per migliorare questa città perchè sono anch’io (come dice Gianluca) una sognatrice per una Genova migliore.
    Non mi va di replicare le TUE stupide accuse e tantomeno definirti antipatico…hai iniziato tu a calunniare da ignorante (nel senso che hai parlato di cose che NON CONOSCI come le attività degli ADB) e non è il caso come fra ragazzini di rispondere alle provocazioni ma piuttosto di trarre spunto dalle discussioni per provare a lavorare insieme!
    Vediamoci sul serio e parliamo di persona quindi, poichè noi lo facciamo spesso,, magari con una bella pedalata al freddo.
    ADB significa Amici della Bicicletta e null’altro cioè persone serie e volontarie che lavorano per una serie di ideali comuni.
    E grazie alla passione e all’entusiasmo che ci tiene uniti che possiamo anche dialogare con le istituzioni pubbliche, per esempio, ed ottenere risultati per tutti.
    Io quando chiedo una città migliore, la penso e la pretendo per tutti, anche per chi va in treno, bus, piedi o auto.
    Chiudo qui perchè VOGLIO LAVORARE su eventi concreti e non scrivere solo e il mio tempo è poco e prezioso.

    grazie e a presto
    Cristina Castellari
    vice presidente ADB (pensa un po’ che mostro….!)

  6. Cara Cristina, son contento che tu ci metta passione per cambiare il mondo, vuol dire che non siamo in 4 gatti allora, inoltre sei la prima persona che scrive in maniera più educata, malgrado ti sia si aggiunta comunque alla sequela di personaggi normalmente silenti che continuano ad accusarmi per una semplice provocazione che aveva l’unico scopo di risvegliare l’interesse per la nostra passione comune, però adesso mi avete proprio rotto le scatole!
    Io ho fatto una domanda lecita (perchè il 5×1000 lo prendete e lo avete anche ammesso) e mi viene detto di tutto senza peraltro spendere mezza parola sui temi che incessantemente io e Gianluca (e MEZZA EUROPA se ve ne siete resi conto) continuiamo a proporre, pensate forse di essere gli unici a detenere la verità assoluta?

  7. Antonella

    Non ho letto tutti i commenti lasciati, abito a Marassi e verrei molto volentieri in bici fino in centro dove lavoro, ma secondo me è molto pericoloso perché non ci sono le corsie riservate e pedalare nel mezzo del traffico è terribile ! Prima occorre predisporre tutto per la sicurezza !

  8. Ciao Antonella, hai provato a leggere questo articolo? una parte del percorso potrebbe esserti utile, poi da Brignole non so dove devi andare.

    Zena Bikepaths: da Gavette a Brignole su viabilità secondaria!

  9. Oggi 13 Febbraio, il giorno dopo la vittoria alle primarie del PD del candidato Marco Doria si delineano finalmente quali saranno i concorrenti in lizza per il posto di sindaco che dopo tante polemiche è stato soffiato alla Marta Vincenzi, si chiude quindi la sua era e se ne aprirà un’altra, con chi e di quale schieramento politico ancora è da vedersi ma una cosa che occorrerebbe fare è di preparare un documento da presentare ai “papabili” in cui vi siano tutti i punti che riteniamo necessari e consigliabili per un passo in avanti sui temi a noi cari.
    Metrogenova per il trasporto pubblico è già attiva in questo e sicuramente proporrà qualche valida proposta, tra le tante che già ha virtuosamente e con notevole competenza prodotto in passato.
    Non sarebbe il caso di unirsi e di collaborare, perchè no anche con loro, per far qualcosa prima che sia troppo tardi?

  10. Gianni, ti riferisci a quello che ha pubblicato l’Urban Center?
    Ne ho già una copia e purtroppo devo dire che sulle bici c’è poco o nulla, anche perchè l’associazione è focalizzata prevalentemente sui mezzi di trasporto pubblico e magari poco aggiornata ed interessata sulle nuove possibilità ad esempio offerte dalle bici pieghevoli o su iniziative come la #salviamoiciclisti, ecco perchè penso che magari un confronto con loro e persone più competenti in questo campo sarebbe utile.

  11. Domenico

    Carissimi, abitando in Valpolcevera a Certosa non posso che essere contento del PUC, visto che, a parole, la mia zona è quella che avrà la pista ciclabile da Bolzaneto fino alla Fiumara e da lì fino al Porto Antico. Se sarò fortunato, potrò andarmene pedalando fino a Villa Serra o fino a Sturla. Naturalmente fin quando non la vedrò con i miei occhi, non ci crederò… E naturalmente, anche se fosse vero, è troppo poco.
    Le direttrici principali dovrebbero comprendere tutto il percorso di riviera da Nervi a Voltri e poi le varie direttrici principali che dal mare attraversano le varie valli genovesi. Se il tutto fosse accompagnato da un parallelo sviluppo della metropolitana, non ci sarebbe bisogno della Gronda, visto che il traffico locale potrebbe essere dimezzato. Anzi, i soldi della Gronda (che sono soldi statali, e tanti) potrebbero essere impiegati a questi scopi. Invece i soldi per la Gronda ci sono e vengono fuori, ma per migliorare metropolitana, ferrovia, ciclabilità mancano sempre… chissà perché?
    Vogliamo andare da Marco Doria a parlarne?
    Non è che voglia politicizzare la questione, ma se aspettiamo che il PDL faccia queste cose, è come chiedere al lupo di curare la pecora… Il partito dei Grillini forse sarebbe l’ideale, ma sono solo il 4%. Quindi non resta che puntare sul PD, sperando che abbiano imparato dallo slogan di “quello abbronzato” (yes we can) come si fa almeno a vincere le elezioni, proponendo qualcosa di diverso… Poi perché governino senza litigare, dovremo pregare tutti i Santi.

  12. ecco appunto, l’hai detto tu Domenico: non politicizziamo l’argomento. limitiamoci a dare delle idee ed a criticarle costruttivamente od avallarle. mi pare che tu ti sia limitato a parlare di temi generali. proviamo a scendere nel particolare del tema che c’è in questo post. cosa ne pensi? hai in mente qualcosa di diverso? se no facciamo propaganda politica e non è proprio il mio intento.

    • Domenico

      Guarda che io non sono iscritto a nessun partito e non ne ricevo alcun favore, né lavorativo, né altro… tipo iscrizioni all’asilo nido ed altri servizi del comune.
      Le mie proposte non sono generali: sono particolari.
      Se vuoi contare qualcosa, visto che si parlava degli innumerevoli pressioni di Lega Ambiente che finiscono nel nulla della burocrazia e dei partiti, purtroppo devi puntare su un politico locale che si trova nella stanza dei bottoni, o magari ci arriverà, e spingerlo ad accettare le tue proposte.
      Se convinci Doria che fare più piste ciclabili quanto possibile e adattare gli ascensori di Genova alle bici è bene sia una delle sue priorità di governo, allora si farà davvero qualcosa.
      Per me, se riesci, puoi anche provare con uno del PDL, ma personalmente non credo che ti starà a sentire.
      Una volta scelto il “cavallo” su cui puntare, allora questa discussione servirà a qualcosa… Te lo ripeto, per me va bene Grillo, Doria, Mussolini, basta che accetti le nostre proposte ciclabili.
      Altrimenti hai contato quanti siamo? Quanti eravamo l’ultima volta al Bike Mob? Quanto effetto abbiamo fatto sull’immaginario collettivo? In quell’occasione siamo passati inosservati peggio che se avessero fatto un raduno di moscerini…

      • giarevel

        Beh, dai Domenico, Mussolini magari no, ci mancano ancora Fascisti a pedali 🙂
        E poi non è vero che il Bike Mob non ha avuto effetti: la Berio la settimana dopo ha inaugurato il cicloposteggio fermo da mesi. Non è un caso. Anche i moscerini, nel loro piccolo s’incazzano.
        Bisogna crederci un po’ nelle cose. Il qualunquismo fa male a tutti.

  13. anche tu Roberto non hai detto una parola di quello che pensi dei temi trattati. eppure sei generoso di parole nei tuoi post. 😉

  14. Domenico

    Se poi devo indicare in particolare, se la pista ciclabile deve passare da Via Canepari o da via Iori, secondo me in questa sede ha poco senso. Oltretutto non sono un urbanista e lascio fare il mestiere agli altri che lo sanno fare. Oltretutto se dico che deve passare la pista in Valpolcevera, ci sarà quello di Marassi che dirà che è meglio farla a Marassi, prima.
    Il punto è far qualcosa perché questo tema diventi una priorità politica del sindaco che vincerà le prossime elezioni.

  15. Allora, un po’ di considerazioni (richiestemi a gran voce… 😉 ma ci vuole anche del tempo per pensare e scrivere su di un argomento così complesso) sul “progetto” di cui il post:
    1). Solo un appunto sulle immagini, per quanto abbastanza chiaro avrei incluso una legenda per il significato dei colori in quanto ci si perde un po’ nell’attribuire il giusto significato alle aree colorate nelle varie immagini, capisco comunque che non è banale.
    2). A mio parere un progetto di tale ampiezza richiederebbe parecchio studio corredato da planimetrie, foto della situazione attuale, studi di traffico, popolazione abitante nelle aree di interesse, età media della stessa, divisione di aree in residenziali, commerciali, uffici, presenza o meno di posteggi, qualità e quantità di mezzi pubblici e eventuali progetti comunali relativi e/o privati, ecc. ecc.
    Ridurlo ad un post è alquanto riduttivo, malgrado il pregevole lavoro condotto fino a qui una visione ad ampio raggio (territorio comunale) è un po’ azzardato risolverla in poche righe, meglio sarebbe affrontare la cosa per quartiere o area singola in una visione di interconnessione tra loro, ovviamente.
    Anche dallla cartina del PUC è difficile capire cosa significhino certi punti oscuri, come la pista ciclabile che risulta esistente tra Marassi e Sampierdarena ad esempio, che tutti sappiamo presente solo nell’immaginazione teorica di chi ha colorato la mappa; o i ben 27(!) impianti di risalita previsti, cosa sono e come si pensa vengano realizzati? Nessuno lo sa…
    3). Poco realistico invece fare sogni su ipotetiche estensioni della metrò o eventuali ascensori che neanche esistono nella testa di chi progetta queste cose, indubbiamente pensare è proficuo ma ahimè per cominciare è meglio basarsi sull’esistente e vedere di adattarlo al nostro scopo, sarebbe già un risultato di tutto rispetto, ottenuto questo allora si può procedere anche a immaginare ulteriori sviluppi.
    4). Molto interessante invece la proposta di utilizzare il tracciato degli acquedotti per collegare varie aree tra loro, in fondo con poca spesa si avrebbero le piste già belle pronte (fatti salvi eventuali contrasti burocratici su regole del CdS e/o norme di sicurezza che sicuramente affiorerebbero), rimarrebbero gli oneri per gli impianti di collegamento per superare le differenze di quota ma l’idea a parer mio è senz’altro giusta.
    5). Mi pare molto sensato quello che propone Domenico poichè sono proprio i politici a dover alla fine decidere ed eseguire, quindi parlarne non è politicizzare il Blog o eventuali Associazioni ma essere realisti e agire per ottenere. Dopo tutto il documento proposto dagli Amici della Bicicletta è destinato ai candidati sindaci quindi sempre di politica si tratta in fondo.

    Mi pare tutto per ora, se siete arrivati fin qui a leggere vi devo già ringraziare della pazienza…
    Il resto alla prossima puntata…

  16. Domenico

    Ultima cosa, non mi sento qualunquista, perché da sempre vado a votare e voto centro-sinistra, a volte turandomi il naso… L’ultima volta ho votato IDV, ma quando penso a Scilipoti… Mussolini l’ho detto per paradosso, i fascisti a pedali erano violenti come quelli sulle camionette e preferirei non vederne più in giro.
    Purtroppo bisogna essere realisti: dei politici si ha bisogno, anche per argomenti di questo tipo che non dovrebbero avere una marcatura politica. Soprattutto in Italia dove la popolazione ha altre priorità e non chiede a gran voce cambiamenti in questo senso. Per cui bisogna affidarsi a qualche politico “illuminato”.
    E poi in generale, secondo me, la destra non è sensibile a questi argomenti “da ecologisti”.
    Ad esempio, in Olanda, oggigiorno anche i partiti di destra (che sono arrivati pure al potere) non metterebbero mai in discussione la ciclabilità del Paese (che lì è veramente estesa e capillare). Ma negli anni 70, quando gli olandesi hanno iniziato a limitare la circolazione automobilistica e a costruire le ciclabili, non credo che avrebbero fatto quel che hanno fatto se ci fosse stata al governo la destra.
    Le condizioni urbane dell’Olanda degli anni 70 erano simili all’Italia di allora e purtroppo di oggi. Qui invece non è cambiato niente, anzi è peggiorato tutto.
    In questo bellissimo video potete vedere che cosa si è fatto in Olanda e che cosa si potrebbe fare in Italia, se solo la gente lo volesse veramente…
    http://www.vivereinolanda.com/societa/37/la-storia-delle-piste-ciclabili-in-olanda

  17. grazie Roberto che almeno hai dato una occhiata al lavoro fatto. ovviamente non ha la pretesa di essere un lavoroingegneristico ma di dare solo delle idee sviluppabili. l’importante è non pensare che il PUC con i suoi mezzi speciali sia da pensare deidcato solo ai pedoni, secondo me sarebbe una scelta molto riduttiva. se spostando un pò un punto di arrivo prendiamo molte più persone se in bicicletta credo che diamo un valore aggiunto al’impianto. non volevo parlare delle piste ciclabili ipotizzate anche se ai candidati sindaci dovremmo parlarne se intravvediamo dei problemi.
    e grazie anche a Domenico, non voglio dire di non parlare di politica in assoluto (politica nella sua accezione originale è anche il fatto di parlare di ciclabilità urbana) semplicemente non vogliamo schierarci per questo o quel partito, soprattutto in questo momento. Ma partecicperemo insieme agli Amici della Bicicletta ed alle altre raltà genovesi che vorranno parlare di bicicletta, alla stesura di un documento dapresentare ai candidati Sindaci. anzi, lo pstoerò a breve. ciao! e tutti gli altri oltre a Roberto, cosa ne pensate di puntare anche su questi impianti di risalita?

  18. ho sfoltito i commenti non inerenti all’argomento, magari riparleremo dell’argomeno Amici della Bicicletta in un altro post, se vi interesserà la cosa, come chiesto da Garevel.

  19. Notizia passata (ovviamente) quasi inosservata dal Secolo di oggi, 22 Febbraio 2012:
    http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2010/02/22/AMbXvMPD-ascensori_ritorno_lavori.shtml#axzz1n6I5ActN

    Il ritorno degli ascensori – Via ai lavori a Quezzi
    Vincenzo Galiano

    «Genova insegnava in tutta Europa come costruire gli ascensori inclinati. Ora torniamo al passato»: Mario Merello, responsabile trasporto pubblico “in sede propria” del Comune, ha un moto d’orgoglio quando annuncia il via imminente alla costruzione di due impianti di risalita attesi da anni: l’ascensore tra via Pinetti e via Fontanarossa, a Quezzi, e quello di Villa Scassi, a Sampierdarena.

    «Il primo ascensore – informa Merello – andrà in gara entro un mese, i lavori partiranno a luglio, l’impianto sarà in esercizio tra aprile e maggio 2012». Un sogno che si avvera per migliaia di abitanti della parte alta di Quezzi. I quali, in futuro, potranno sostituire il lungo, stretto e tortuoso collegamento stradale da percorre in auto, moto o bus con un minuto e mezzo di “viaggio” in ascensore. Entro giugno 2011, invece, aprirà il cantiere per il nuovo ascensore di Villa Scassi.

    A ruota, non appena saranno disponibili i finanziamenti, partirà anche la realizzazione dei collegamenti in ascensore Principe-Oregina, Brignole-Manin, Di Negro-via Bologna e la funicolare degli Erzelli. Quattro progetti inseriti nel Piano urbano della mobilità 2010-2014. Ancora più spostati nel tempo i collegamenti tra via Loria e il Biscione (zona Sciorba) e tra via Camozzini (capolinea della “linea 1” e l’ospedale di Voltri. In totale, dunque, si parla di otto nuovi impianti che si aggiungerebbero ai nove ascensori e tre funicolari attualmente in funzione e gestiti da Amt.

    • Sono sempre benvenuti degli ascensori a Genova, ma non mi pare che questo di Quezzi, già inserito nel PUC come uno di quelli esistenti, possa servire tanti abitanti e portare ad una possibile rivoluzione del modo di spostarsi in quella zona. Quello ipotizzato di Pinderlino, avrebbe il pregio di servire una zona molto più vasta anche se in abbinamento con la bicicletta, infatti il punto di arrivo è disabitato. Questo di via Pinetti parte da una quota più alta (circa 60 metri s.l.m.) e quindi più difficilmente più raggiungibile da un ciclista urbano non allenato ed inoltre serve un numero di abitanti molto più ridotto, limitandosi alla parte alta del fereggiano. Inoltre il suo costo potrebbe essere poco meno di quello qui ipotizzato di Pianderlino, considerato che il dislivello è poco maggiore per quest’ultimo. Quindi il principio che mi pare utile seguire è: se con una cifra simile serviamo molte più persone, sarebbe il caso di pensarci fino a che siamo in tempo, altrimenti rischiamo di trovarci con ascensori che non permettono di cambiare il modo di spostarsi di una città. Stesso discorso per quello di Brignole-Manin: immagino che osterà uno sproposito. Con quei soldi ne potremmo fare più i uno minimizzando lo scavo e potenziando la rete di collegamento a quota Bisagno tra Brignole e Via Ponterotto.

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